La casa famiglia "Dil Kumari" ospita 30 ragazzi dai 5 ai 17 anni provenienti da situazioni di abbandono, sfruttamento, povertà e talvolta violenza.
La casa è oggi al massimo della sua capienza (30 bambini) e purtroppo le richieste di aiuto continuano ad arrivare senza poter offrire accoglienza. Per questo motivo intendiamo ampliarla, dando la possibilità ad altri bambini di essere ospitati.
Breve storia
La costruzione della casa è iniziata nell'aprile 2019 ed è stata completata nel 2020. I fondi necessari per la sua costruzione sono stati raccolti da Cecy Onlus grazie alle generose offerte di numerose persone, enti ed associazioni; la Monviso Nepal Foundation, l'organizzazione nepalese non-profit degli amici Lakpa, Dolma e Chhongba, ha diretto i lavori che sono stati eseguiti da manodopera locale.
La casa famiglia è l'unica struttura di accoglienza per minori in difficoltà a servizio di una popolazione che, almeno sulla carta, è di 87.500 abitanti (2021), distribuita in 6 municipalità su un’area di circa 1100 kmq ove non esiste nulla che possa essere paragonato ai nostri "servizi sociali". I bambini che, per qualche ragione, perdono uno o entrambi i genitori o sono in situazioni di povertà estrema o di sfruttamento vanno incontro all'abbandono.
Dil Kumari è il nome della più piccola di 5 fratelli che nell'aprile del 2017 vennero trovati in completo stato di abbandono in una casa bruciata, denutriti, riparati dalle intemperie e dal freddo da una sola lamiera, nel territorio a monte del villaggio di Waku; fu in quell'occasione che Cecy Onlus acquisì consapevolezza del problema dell'abbandono dei minori e, con Lakpa, si iniziò a progettare la casa che venne dedicata alla più piccola dei futuri ospiti: Dil Kumari.
La casa è stata edificata su un terreno donato da un'anziana coppia del villaggio e si trova poco sopra al villaggio di Nunthala (Nepal).
Dall'ottobre 2020 la casa famiglia "Dil Kumari" ha iniziato l'attività di accoglienza che prevede l'ospitalità continuativa 24 ore al giorno, 7 giorni a settimana, 365 giorni all'anno.
Una casa, una famiglia
I minori ospitati trovano un ambiente familiare, inclusivo e coinvolgente; trovano anche 3 pasti caldi al giorno, un letto con delle coperte, una doccia, vestiti puliti, un luogo in cui giocare, un doposcuola, e tutto ciò che rende "famiglia" una semplice costruzione: affetto, carezze, qualche sgridata di tanto in tanto!
Due educatori si occupano dei minori a tempo pieno, provvedendo anche alla preparazione dei pasti. I ragazzi sono molto autonomi, collaborano attivamente alle faccende domestiche e frequentano la scuola del villaggio.
I nostri amici nepalesi Lakpa, Chhongba e Dolma, insieme a tutti i volontari della Monviso Nepal Foundation, provvedono a rifornire la casa di tutto ciò che serve: alimentari, gas per la cucina, manutenzione, quaderni, cartelle, divise scolastiche, medicinali..., insomma, tutto ciò di cui una famiglia di 30 persone ha bisogno! Intervengono anche quando qualche bambino necessita di cure mediche più serie che il dispensario del villaggio di Nunthala non è in grado di fornire: in questi casi il malato viene trasportato all'ospedale e vengono pagate le cure che in Nepal sono a totale carico della persona.
Costruzione della casa, vestiti, pasti caldi, stipendi degli educatori, quaderni, medicine, ospedale: tutto questo è possibile grazie alla generosità di persone, associazioni ed enti.
la storia della casa famiglia è frutto di tanti doni generosi
Migrazione e abbandono
Nell'area rurale del Solukhumbu, dov'è collocata la casa famiglia "Dil Kumari", abbandono, povertà ed emarginazione passano spesso inosservati; basta però allontanarsi di qualche centinaio di metri dal sentiero percorso dai turisti per averne subito sentore.
In questa zona la principale fonte di sostentamento è una povera e faticosa agricoltura di sussistenza. Le condizioni di vita sono dure, l'irrigazione impossibile, i raccolti troppo legati al clima sempre più imprevedibile e il commercio è reso difficile dall'isolamento. Etnie e caste hanno il loro peso nel determinare lo stato sociale e l'emarginazione.
L'alternativa scelta da gran parte della popolazione giovane è migrare nelle grandi città come Kathmandu, oppure all'estero, in particolare nei Paesi Arabi, India e Malesia. I migranti, in particolare quelli provenienti dalle minoranze etniche e i membri delle caste inferiori, sono estremamente vulnerabili allo sfruttamento, al lavoro forzato e alla tratta di esseri umani, sia all'interno del Nepal che oltre confine.
Gli uomini sono particolarmente sfruttati nel settore delle costruzioni in condizioni di sicurezza disastrose, mentre le donne nel lavoro domestico in India, Medio Oriente, Cina, Giappone, Malesia ed Europa, lavorando nelle fattorie, nelle fabbriche, in miniere ma anche nell'accattonaggio e prostituzione. Per aggirare il divieto del governo Nepalese sul lavoro domestico per le donne nepalesi nei paesi del Golfo Persico, molte lavoratrici in Iraq, Kuwait e Arabia Saudita lavorano senza un contratto valido e sono esposte al ricatto da parte di trafficanti e datori di lavoro.
La migrazione porta alla disgregazione di molte famiglie, soprattutto le più povere.
Nei campi si vedono solo donne, bambini e anziani, perché gran parte della popolazione attiva è partita in cerca di fortuna; alcuni non fanno più ritorno: le case e i terreni restano senza uomini in grado di mantenerle e coltivarli. Alcolismo, emarginazione e malattie aumentano la dimensione del problema.
Nella più comune delle situazioni la mamma, rimasta sola a seguito della migrazione del compagno, non è più in grado di far fronte alle spese per i figli. Il migrante, a sua volta, non riesce ad inviare la propria rimessa dall'estero per aiutare la famiglia perché deve pagare il proprio "debito" con il "broker" (il viaggio, l'alloggio, il permesso, il posto di lavoro, il mangiare, ecc.) né ha la possibilità di ritornare perché il passaporto gli viene trattenuto fino al completo pagamento del debito che, spesso, viene reso inestinguibile con mille subdoli stratagemmi.
In questo contesto i bambini subiscono diverse forme di abbandono: trascuratezza; assenza di cure ed affetto; malnutrizione; affidamento a parenti incapaci di dare loro assistenza; periodi di solitudine, fino all'abbandono vero e proprio. In alcuni casi il destino dei bambini è segnato anche dall'appartenenza ad una particolare etnia o casta.
La casa famiglia "Dil Kumari" è oggi (febbraio 2023) al massimo della sua capienza (30 bambini) e purtroppo le richieste di aiuto continuano ad arrivare senza poter offrire accoglienza.
Il progetto di ampliamento
Il progetto che vorremmo realizzare consiste in un ampliamento della casa famiglia esistente nel terreno adiacente all'attuale fabbricato.
Il nuovo edificio si svilupperà su due piani di m 14,98 di lunghezza e m 6,88 di larghezza comprendente un vano scale con, al piano terreno, blocco servizi igienici con wc, lavelli e docce, e un’ampia sala studio.
Al primo piano due camere, servizi igienici e una camera più piccola per educatori o volontari. Il sottotetto sarà reso in parte abitabile, ricavando due piccole camere.
Il progetto rispetta le norme antisismiche nepalesi nonché i caratteri tradizionali dell'architettura della zona; saranno infatti mantenute le tipologie costruttive tipiche del luogo: muri in pietra a vista, serramenti in legno, tetto a due falde con copertura in lamiera di colore blu, balcone al piano primo. Gli interni delle camere verranno rivestiti in legno.
La gestione delle due comunità che si verrebbero a creare, una maschile e una femminile nei due edifici separati, rimarrà unica, con i pasti in comune nel refettorio della casa principale (l'attuale casa famiglia). I nuovi spazi consentiranno di ospitare un numero maggiore di ragazzi. Ognuna delle due comunità avrà una propria aula studio.
Il costo complessivo stimato è di circa 86.500,00 euro, comprensivo di trasporto materiale, tutte le opere edilizie e finiture, impianti e arredi.
La realizzazione di questo progetto si basa sulla generosità delle persone e tutti possono parteciparvi in diversi modi:
- donando un somma di denaro per la costruzione: non esiste una cifra minima; è il cuore di chi dona la cosa più importante;
- impegnandosi in un sostegno a distanza per un bambino ospite della casa famiglia;
- donando il proprio 5 per mille;
- contattandoci semplicemente per ricevere notizie o spiegazioni sul progetto.
- diffondendo tra amici e conoscenti la realtà della casa famiglia Dil Kumari (condividi il link a questa pagina).
Un sostegno particolare è stato ricevuto dall'Associazione "I Sogni dei Bambini Onlus" e dall'otto per mille della Chiesa Valdese.
per saperne di più
Una giornata alla casa famiglia
Dal 23 marzo al 6 aprile 2022 siamo stati in Nepal, per visitare le attività di Cecy Onlus in quel Paese. Abbiamo vissuto una grande emozione quando siamo arrivati alla Casa Famiglia "Dil Kumari", nel villaggio di Nunthala: i bambini ci aspettavano sul piazzale per darci il benvenuto, intonando in coro "welcome, welcome" (leggi tutto...)